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Cosa succede in Cambogia? Un “nuovo” Paese per GTV

Mar 28 2023

A seguito delle forti alluvioni dello scorso autunno che hanno colpito la Cambogia, grazie all’interesse di Laura e Luca, membri del direttivo e attualmente nel Paese asiatico, GTV si è attivata per aiutare le persone maggiormente colpite con ben due progetti: uno dedicato alla gestione dell’emergenza e uno nell’ambito del supporto all’istruzione.
Nonostante quest’anno sia la prima volta che vi attiviamo dei progetti, la Cambogia non è un Paese del tutto nuovo per GTV. Nel 2020 infatti, il viaggio solidale di GTV per i gruppi ha allargato il tour in Vietnam proprio alla Cambogia, per scoprire i due Paesi confinanti con una cultura inevitabilmente interconnessa.

Oltre che culturalmente, Vietnam e Cambogia sono legati anche da una serie di conflitti territoriali andati avanti più di 10 anni. Nonostante il Paese sia purtroppo conosciuto per la precedente guerra civile e il genocidio avvenuto durante il regime di Pol Pot (clicca qui per approfondire), dal 1977 al 1991 le zone sul confine tra Cambogia e Vietnam vissero ulteriori dispute territoriali. Queste sono culminate con l'invasione vietnamita della Cambogia e la sua completa occupazione, che ha anche significato la caduta dei Khmer Rossi. Ancora oggi le mine antiuomo uccidono persone.

Questa storia così recente e viva nella memoria delle persone porta avanti un tema divisivo, ancora molto sentito da parte della comunità cambogiana e in particolare nelle zone in cui stiamo lavorando con i nostri progetti. Come vi abbiamo già raccontato in un articolo di qualche mese fa (clicca qui per leggerlo), infatti, in Cambogia vivono in condizioni veramente difficili delle minoranze vietnamite migrate lì decenni fa, ma senza alcun diritto poiché non riconosciute legalmente dal governo.

Vietnam e Cambogia sono poi legati anche geograficamente, dal fiume Mekong. Lungo il suo corso, questo fiume che nasce in Tibet, attraversa Birmania, Laos, Thailandia, Cambogia ed, infine, Vietnam. Qui il suo delta si divide in nove rami, o come li chiamano i vietnamiti, Cửu Long, “nove draghi”. In quest’area, la vita è fortemente legata all’acqua; si può dire che le persone che abitano il Delta del Mekong facciano a tutti gli effetti una “vita galleggiante”. Ne sono prima testimonianza i classici mercati galleggianti, storicamente meta di mercanti provenienti da tutta l’Asia, che creano qui una cultura unica e allo stesso tempo universale per i vari Paesi attraversati dal fiume.

Il fiume non è importante solo per i commerci e la pesca, ma anche per l’agricoltura: lungo il suo tragitto il fiume porta con sé tanto limo che, oltre a rendere le acque scure, rende estremamente fertili i terreni. Su questa questione vi sono emergenti tensioni internazionali, giacché la Cina considera il Mekong il proprio fiume e lo ritiene indispensabile per produrre energia elettrica attraverso la costruzione di dighe. Queste ultime però, stanno compromettendo il ciclo del fiume e le possibilità di pesca e agricoltura. Al problema delle dighe si aggiunge quello del cambiamento climatico e la diminuzione delle piogge con il rischio che 60 milioni di persone non possano più vivere del fiume (clicca qui per approfondire).

Se parliamo di Cina non possiamo non citare gli enormi investimenti che fa in Cambogia. Non sorprende che Pechino sia il maggior investitore nel Paese, soprattutto nell’edilizia (oltre che nell’industria e nella vendita di armi). Nel più grande parco archeologico del mondo, le rovine di Angkor, migliaia di famiglie sono state cacciate, a detta del governo, per conservare Angkor come patrimonio dell’Unesco. Oltre il confine del parco e nella capitale, tuttavia, si vedono decine di immensi cantieri per la realizzazione di centri residenziali per migliaia di persone, o per essere più precisi, per migliaia di stranieri (clicca qui per approfondire).

Oltre a sgomberare la popolazione per gli interessi economici cinesi, il governo non ammette alcuna opposizione. Il 14 gennaio 2021 a Phnom Penh si è svolta la prima udienza del processo per “tradimento” contro decine di attivisti, nel contesto di una serie di procedimenti contro oppositori e voci critiche per “silenziare la minaccia” di quanti vorrebbero un'alternativa al “monopolio politico” della leadership del Cambodian People’s Party (clicca qui per approfondire).

Nonostante la ricostruzione in corso dopo anni di conflitti, la Cambogia continua ad affrontare una forte fragilità economica: è uno dei Paesi più poveri al mondo occupando il 146° posto su 191 Paesi nella graduatoria mondiale dello Sviluppo Umano (dati UNDP 2022). Peraltro, la popolazione è giovanissima: il 40% risulta avere un’età inferiore ai 14 anni ed il 55% un’età compresa tra i 15 ed i 64 anni.
Si tratta quindi di un Paese giovane, che sta crescendo e che vive in pieno le contraddizioni globali della povertà, dello sviluppo economico e della crisi climatica.

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